19 Aprile 2024
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UN SIGNORE CHE ALLENA UNA SIGNORA SQUADRA

La “Cura Ballardini” ha sempre più del miracoloso: addirittura a Bergamo il Genoa domina nel primo tempo, mentre nella ripresa soffre ma tiene contro gli scatenati uomini di Gasperson.

Finisce 0-0, e per la seconda volta in campionato Perin rimane con la porta inviolata: e così, come per magia, la difesa colabrodo di Maran è diventata un fortino inespugnabile.

Ma l’ottimo lavoro dello Zio non si ferma solo alla difesa.

Tutti i reparti di gioco sono davvero irriconoscibili rispetto a solo un mese fa.

Complice l’arrivo di Kevin Strootman, che ha disputato solo un tempo ma di altissimo livello, il centrocampo del Grifone oggi è al contempo potente e tecnico: Zajc è finalmente titolare, e Badelj sta beneficiando molto del “nuovo corso ballardiniano”.

Non è un caso se nel primo tempo i tre della mediana rossoblu abbiano travolto i due centrocampisti nerazzurri: oltre ad essere numericamente in inferiorità, De Roon e Freulernon sono riusciti a dettare le regole e imporre il gioco fatto di pressing e velocità che contraddistingue l’Atalanta di Gasperini, perché Strootman, Badelj e Zajc non hanno sbagliato davvero nulla sia a livello tecnico/tattico che fisico.

Col gioco nelle mani del Grifone, con una difesa alta ed un attacco molto aggressivo, è mancato solo il gol per rendere giustizia al risultato del campo: il Genoa è andato molto vicino alla rete del vantaggio in un paio di occasioni e l’assenza di Destro per problemi

muscolari si è fatta sentire visto lo stato di grazia che sta vivendo il nostro attaccante quando è nell’area di rigore avversaria!

Nella ripresa però lo Zio ha sostituito gli interpreti del centrocampo e gli equilibri sono cambiati: se per l’ex romanista la sostituzione era “scritta” visto il suo scarso minutaggio stagionale nelle gambe, stupisce invece l’uscita del centrocampista sloveno, che sembrava avere ancora parecchia benzina in corpo.

Complice la fatica di un primo tempo giocata a livelli agonistici altissimi da tutta la squadra, specialmente dagli attaccanti bravissimi a giocare vicini e a premere la tre difensiva bergamasca lontano dal centrocampo, ma soprattutto a causa del fatto che Lerager e Behrami non sono Zajc e Strootman, minuto dopo minuto ne è conseguito che l’Atalanta sia riuscita a prendere in mano centrocampo e gioco, fino a produrre una pressione costante che però non ha prodotto né reti né azioni importanti.

Finisce così 0-0, un tempo per il Genoa ed uno per l’Atalanta. Peccato solo che il Grifone lotti per la salvezza mentre la Dea per la Champion’s League…

Ma l’analisi della partita non può non sottolineare altre gradite notizie.

Iniziamo dalla fascia sinistra, ieri occupata da Czyborra. La crescita del giovane esterno tedesco è costante e decisa, e nonostante pochi giorni prima contro la Juve in Coppa Italia abbia giocato 120 minuti molto faticosi, anche a Bergamo non ha lesinato corsa e fatica, gamba e muscoli, impedendo ad Hateboer il consueto martellamento sulla fascia di appartenenza.

Molto positiva anche la prova di Criscito, che quando sta bene fisicamente dimostra di essere ancora un buon difensore, arcigno, muscolare e con un grande senso della posizione.

Ed infine Radovanovic… ma non era un centrocampista?

Bravo lo Zio ad insistere su di lui al centro della difesa, ma la scoperta di Rado nella tre arretrata non è figlia dell’arguzia tattica di Ballardini!

Infatti non solo qui al Genoa, ma anche già al Chievo, il tanto bistrattato Maran lo aveva già fatto giocare in quel ruolo.

E pure Thiago Motta nella sua breve parentesi sulla nostra panchina, tra l’ilarità dell’ambiente rossoblu aveva optato per questa scelta.

Ormai tutti noi lo consideriamo un difensore titolare, forte e generoso, pertanto sto addirittura pensando che per 15 anni Radovanovic abbia giocato fuori ruolo!

Ma Atalanta-Genoa era anche una sfida tra i due allenatori più amati a Genova nell’era-Preziosi.

Io sono una “vedova gaspariniana” della prima ora.

A mio parere Giampiero è il miglior allenatore esistente in Italia e il secondo dopo Scoglio sulla panchina del Genoa.

Ma la sua “trance agonistica” rischia spesso di rovinargli un’immagine che dovrebbe essere curata meglio.

Non è la prima volta che Gasperini, quando non riesce a vincere la partita, al termine della stessa non saluta l’allenatore avversario, ma soprattutto punta il dito contro l’arbitro lamentandosi eccessivamente per episodi di poco conto.

È invece palese, chiaro, certo che Ballardini potrebbe rientrare nella schiera dei “Responsabili Salva-Conte”, perché se mettessimo il Governo del Paese nelle mani dello Zio, allora Ballardini rimetterebbe a posto anche la situazione dell’Italia!

Battute a parte, tutti sappiamo che il Genoa è stato per l’ennesima volta rigenerato da questo Signore, che di calcio, motivazione e gestione spogliatoio ne sa tanto, più di quello che tanti (fuori Genova) credono.

Ma Ballardini non è solo un tecnico preparato e moderno, un motivatore, un gestore di spogliatoio. Lo Zio è molto di più!

E’ signorilità, calma, crescita e senso di appartenenza.

Ballardini va e viene.

In realtà è un tecnico che meriterebbe di essere blindato con un contratto “a vita”, per farlo diventare “Ballardininson”.

Parafrasando uno storico striscione della nostra gradinata, “Gonfia di rabbia, piena d’orgoglio, come il Balla (e la Nord) è la squadra che voglio!”

Alè Genoa!
(Andrea Moresi)

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