19 Aprile 2024
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RUNSA MASIELLO!

Uno dei difensori rossoblu più amati dalla nostra gente è stato sicuramente Fabrizio Gorin, a cui era stato dedicato un coro (più iconico che ironico) che diceva “Picchia Gorin!”.

A distanza di tanti anni sabato sera, in uno stadio vuoto per le norme Anti-Covid, mi è tornato in mente quel coro, anche se per motivazioni diverse. 

Diverse si …ma non troppo!

A distanza di tante ore dal pareggio contro l’Hellas Verona arrivato in extremis grazie a un tiro dell’eroico Milan Badelj, oggi stavo ripensando ad alcuni episodi di quella partita.

Ma partiamo dal passato. 

Il Genoano è il primo critico verso la propria squadra, e spesso esagera nei giudizi, siano essi positivi che negativi.

E così l’arrivo lo scorso gennaio, anzi, il ritorno di Andrea Masiello in rossoblu ha fatto storcere il naso a tanti di noi. 

Il difensore per i critici più “amorevoli” portava con se il peso dell’età non più verde, mentre invece quelli più “feroci” non lo accettavano perché secondo loro un calciatore che si era macchiato dei fatti di Bari avrebbe meritato la radiazione da ogni campo di gioco. 

Io ero tra i primi critici, quelli più amorevoli, basando i miei dubbi sul fatto che Masiello aveva passato il girone di andata a fare panchina a Bergamo. 

Non appartengo alla seconda categoria di critici perché penso a carattere generale che chi paga i propri errori abbia il diritto di poter dimostrare di aver capito la lezione e di potersi giocare la carta di riserva, e quindi di avere diritto ad una seconda opportunità. 

Masiello questa chance se l’è giocata a Bergamo, e se l’è giocata talmente bene da riuscire a trasformare la sua immagine di giovane giocatore venduto a quella di commovente capitano della propria squadra, che esce dal campo in lacrime durante la sua ultima partita, tra l’ovazione dei tifosi dell’Atalanta, ovvero gente che ha un enorme senso di appartenenza e valori “all’antica” molto simili ai nostri. 

Quindi sugli aspetti morali del calcio moderno e dei suoi interpreti potremmo parlarne per anni, ma io sottolineo che l’ordinamento democratico e la società civile consentono anche agli assassini, dopo aver scontato una giusta pena, di potersi redimere e rifarsi una vita distante dagli errori fatti in passato. 

Ma il mondo del calcio ha regole tutte sue, ed anche i cosiddetti valori non sono univoci, bensì hanno un “tempo determinato”, che corrisponde per lo più al periodo in cui un calciatore è legato ad una società. 

Due casi a sostegno della mia tesi sono quelli di Ciro Immobile, idolo ovunque tranne che da noi per colpa di una reazione isterica che ebbe nei confronti della nostra gente, e quello di Marco Rossi, odiato a Firenze per aver firmato per il fallimento della squadra viola diventato invece eroe/bandiera qui da noi. 

Ma torniamo a Masiello. 

Qualsiasi uomo che sconta una pena con la giustizia ha due possibilità: redimersi o rimanere nell’illegalità. 

La prima opzione è molto più difficile della seconda, perché si deve sudare il doppio per smacchiarsi il nome, non si può mai più fare un errore (nemmeno il più banale o innocuo) perché l’onta del passato tornerebbe subito a mettere in dubbio tutte le azioni svolte. 

Però Masiello ce l’ha fatta. 

Ha ripulito il suo nome tanto che a Bergamo il suo passaggio al Genoa è stato celebrato in un modo che sapeva di onorificenza solenne, quella che si concede solo agli Eroi. 

Finalmente arriviamo a Genoa-HellasVerona di sabato scorso. 

I Genoani “ipercritici“ nel vedere la sofferenza del Grifone contro gli indemoniati ragazzi di Juric son rimasti talmente delusi da definire come “fortunato” il risultato di pareggio arrivato con l’incredibile gol di Badelj, ovvero uno di quei momenti del calcio in cui, se ci fosse stato il pubblico sugli spalti, sarebbe venuto giù lo stadio. 

È il bello del calcio, non c’è nè furto sportivo o botta di fortuna nell’assistere a quel tipo di partita dove c’è una squadra molto bella da vedere giocare ma che non sa dare la zampata del Ko, eppoi un’altra meno forte, che subisce senza mai arrendersi, che rimane sempre in partita ed alla fine ce la fa a non uscire sconfitta. 

È davvero questo il bello del calcio!

Il bello del calcio è anche vedere un giocatore lento che sputa i polmoni per non farsi sfuggire il guizzante avversario più veloce che però lo batte sullo scatto, ma che alla fine, sotto porta, non è abbastanza freddo e così sbaglia il gol. 

Il bello del calcio è pure quando perdi e hai un uomo in meno nella tua squadra, stai soffrendo, e allora spingi via l’avversario che perde tempo eppoi sproni i compagni a buttare il cuore oltre l’ostacolo. 

Questo ha fatto Andrea Masiello sabato sera. Ha perso sprint contro i veloci attaccanti gialloblù ma ha spinto via (“runsato” in genovese, come nel titolo di questo post) Bessa e Lasagna che non gli facevano rilanciare subito la palla per iniziare un’ultima azione disperata in avanti alla ricerca del pareggio. 

Così sabato sera ho capito perché a Bergamo gli hanno regalato una commossa ovazione quando ha lasciato l’Atalanta. 

Quel “runsare via” gli avversari con un uomo in meno e contro un avversario più forte che sta vincendo è stato l’assist morale per il gol del pareggio di Badelj. 

Ed allora per cortesia non parliamo di fortuna!

Il risultato è arrivato grazie alle capacità morali e caratteriali di gente come Masiello e Badelj. 

Peccato però che ai nomi di questi uomini non si possa affiancare quello di Pandev che, tolta la doppietta contro il Napoli, sembra l’ombra di sé stesso. 

Sono due mesi che non fa trasparire alcun spirito combattivo (per non dire altro). 

Cosa sta succedendo a Goran?

Ma questo è un altro discorso ed oggi vorrei solo rendere onore ad un uomo che ha sì sbagliato, ma che ha saputo rimediare. 

Runsa Masiello!

Alè Genoa!

Andrea Moresi

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