23 Aprile 2024
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GLI STREGONI SALVEZZA PAGANO ANCORA?

Che salvarsi in questa stagione per pianificare il futuro in A sia l’unica cosa che conta è palese.
Ballardini può piacere o meno, può avere giustificazioni o meno, ma è indubbiamente sulla graticola.
E allora ecco balenare da un mese nomi, plausibili o no, di suoi potenziali successori.
Per rimanere in A in situazioni disperate serve pugno duro ed esperienza, la storia insegna questo.
Ma il presente anche?
Iachini, ovviamente impresentabile per note vicende pregresse qua, subentrò a Empoli come successore di Andreazzoli e trascinò la squadra nel baratro (buon per noi) fino all’esonero, nonostante il suo status di “allenatore alla vecchia maniera”, da catenaccio e salvezza.
Mazzarri quest’anno a Cagliari, con una squadra superiore ad altre 6 o 7, ha impostato il suo catenaccio da allenatore pragmatico e navigato, ad alto livello ma pure in salvezze (fece prodigi a Reggio Calabria pure da penalizzato quasi 15 anni fa).
I risultati? Finora un pianto assoluto e ultimo posto.
D’Aversa, disastroso quest’anno alla Samp, ne veniva da due ottime annate a Parma con la squadra condotta a metà classifica, quando fu richiamato dagli emiliani l’anno scorso. Solito fortino con lancioni lunghi per Gervinho, “schema” fruttuoso negli anni prima.
Risultato? Ultimo posto.
Uniche eccezioni recenti: Ballardini da noi l’anno scorso e Nicola con noi e il Toro nelle ultime due stagioni.
Questo non per pubblicizzare Nicola o, in alternativa, per sponsorizzare qualche fautore del fantomatico bel gioco, ma per dire che non sta scritto da nessuna parte che qualche allenatore con idee più propositive debba fare male.
Così come non sta scritto da nessuna parte che gli specialisti della trincea salvino una squadra.
Altro esempio di ben altra portata: lo stregone Scudetto Allegri. La Juve pensava di tornare al catenaccio e vincere lo Scudetto, invece la squadra fa acqua e non riesce a passare la metà campo pur avendo un signor organico, sebbene con alcune lacune.
La scommessa assoluta non ha senso ora, ma non è pensabile rimanere ancorati alla ferma teoria, che ai tempi era pure corretta, che bisognava per forza affidarsi ai Sonetti, ai Papadopulo o ai Colomba per ottenere la salvezza.
Il calcio è cambiato.

Vittorio Semino
Vittorio Semino
Genovese, 30 anni, "malato" di calcio e ciclismo (non quello blucerchiato), il Grifone come fonte di gioia e (troppo spesso) amarezza.

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