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ALLA RICERCA DELLA NORMALITA’

Sarò l’unico forse, chi lo sa, ma a me le classiche “cose da Genoa” hanno stufato.
Salvezze per il rotto della cuffia, promozioni tribolate, drammi calcistici perenni e quant’altro.
La passione è un conto, la sofferenza che ne consegue fa parte del gioco, ma non può e non deve essere costantemente spasmodica.
Abituati alle ultime 5 stagioni atroci, quanto chiedo è la normalità.
Sarò forse poco ambizioso o troppo ancorato alla realtà, ma al momento non mi pare il caso di fantasticare su un futuro Genoa europeo o conquistatore di titoli.
Allo stato attuale quanto realisticamente chiedo è una squadra forte per la serie B, anzi molto forte, pur non potendo avere garanzie di promozione in partenza.
I proprietari lo sanno e costruirla è doveroso.
Lo è per la piazza, per la passione e l’appoggio ricevuti anche nel momento peggiore e alla luce dei recenti interventi pubblici parecchio ottimistici.
Non si tratta di avere fretta o mettere pressione qui; semplicemente si sono esposti ed è lecito attendersi una rosa importante per la categoria.
Al di là del discorso sui giocatori di categoria già affrontato a più riprese, sarebbe forse opportuno avere un nucleo (non importa se piccolo o grande) di giocatori italiani, più addentro alle dinamiche dei nostri campionati, ora B e speriamo presto A.
E soprattutto pronti.
Sinceramente del modello Lipsia o Red Bull in serie B a me importa poco o nulla.
Di sicuro possono sono essere messe le basi con giocatori giovani importanti già idonei alla A, da acquistare, tenere più che nella precedente gestione e rivendere dopo un paio d’anni (questo è il modello, quasi inevitabile nel calcio attuale), ma un certo tipo di programma paradossalmente è meno rischioso in serie A da inizio stagione che in B, dove peraltro sono da mettere in preventivo pure molti più “picche” di giovani profili di grande qualità.
Le scommesse sul mercato è meglio limitarle, in quella categoria paludosa.
Chiedo dunque questo: di dar seguito ai propositi verbali con i fatti e di farci ritrovare la serenità e la competitività.
Poi, una volta tornati nella massima serie, se il Genoa sarà al decimo o dodicesimo posto con squadre interessanti e non in Europa, sarò ugualmente felicissimo.
Sarei lieto di un pò di normalità, senza cardiopalma.
È troppo?
Vittorio Semino

Vittorio Semino
Vittorio Semino
Genovese, 30 anni, "malato" di calcio e ciclismo (non quello blucerchiato), il Grifone come fonte di gioia e (troppo spesso) amarezza.

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