29 Marzo 2024
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L’EQUIVOCO DI FONDO

Ennesima vittoria meritata in trasferta per il nostro Grifone in quel di Terni, al culmine di una partita a tratti dominata, senza tuttavia riuscire a creare un cospicuo numero di occasioni da gol.
Resta proprio quello realizzativo l’unico problema del Genoa, a fronte di una grande fase difensiva.
I meriti dell’allenatore sono tangibili, al di là di varie rimostranze su un gioco non spumeggiante.

Ancor più per un equivoco di fondo che è venuto a crearsi fin da agosto.
Il Grifone è sì una squadra veramente forte e completa per la categoria ( probabilmente la migliore al pari del Parma ed un gradino sopra al Cagliari ), ma non è una squadra da categoria superiore.
Una rosa attuale in serie A sarebbe da quindicesimo o sedicesimo posto; tutti giocatori importanti per la B, ma chi di costoro possiamo veramente affermare che sia da serie A?
Ad inizio campionato personalmente avrei detto Hefti, che invece è giustamente finito in panchina, Frendrup, che si sta confermando, Strootman, il migliore in assoluto, Badelj, datato ed appannato, Bani, comunque da zona salvezza in A, e Aramu, grigio ed insipido fino ad oggi.

Non certo Coda, Sabelli, Pajac, il portiere, Puscas, Ekuban, Jagiello, Portanova, Yeboah e nemmeno i pur giovani Dragusin e Vogliacco ( che finora hanno avuto un rendimento ampiamente sufficiente ).
6 giocatori su una rosa intera, di cui alcuni non di primo pelo.
L’andamento del campionato ci ha suggerito che anche Gudmundsson in A ci può stare comodamente, mentre ha per il momento tolto certezze sulla forza di Hefti, Badelj ed Aramu.

Tanto per intenderci, in caso di promozione che noi tutti auspichiamo, sarà necessario ritoccare profondamente questa rosa per non soffrire in A.
Quindi i meriti dell’allenatore non possono e non devono passare inosservati, vista la classifica attuale, perché è in testa avendo tra le mani una squadra sì potente per la B, ma di certo non competitiva per la A, come da tanti sostenuto.

Vittorio Semino
Vittorio Semino
Genovese, 30 anni, "malato" di calcio e ciclismo (non quello blucerchiato), il Grifone come fonte di gioia e (troppo spesso) amarezza.

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