29 Aprile 2024
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IN PELLEGRINAGGIO NELLA NORD

Non ho visto la partita dalla Nord, non è una scelta. O meglio lo è.
Scelta per permette a mio figlio di vivere emozioni uniche.
Scelta ed opportunità.
Per l’opportunità ne sono grato. Lo sarò sempre.
La scelta spero possa essere un germoglio che produca frutti e trasmetta emozioni. Così come le ho sempre provate io.
Non ho visto la partita dalla Nord, dicevo.
Dove sono io non ci sono bandiere, non ci sono cori, solo qualche imprecazione, quasi sommessa, non gridata.
La partita si vede bene.
Ma…..
Ma manca qualcosa. Il pathos, i cori, l’urlare qualsiasi cosa. Il perdere le inibizioni, cantare a squarciagola il tuo amore per quei due STEAMALEDETTI, FANTASTICI, OSSESSIVI colori.
Allora la partita la vedo bene; ma bene, anzi benissimo, vedo anche casa mia. La Nord.
La vedi, la senti brulicare di cori, di suoni. Traboccare di genoanità.
La senti spingere più forte della tramontana.
La senti incitare, sbuffare, AMARE.
Ed allora ti manca qualcosa anche se hai tutto.
Vorresti essere li, dove sei stato una vita.
Ah, benedetto il desiderio di trasmettere sensazioni, genoanità.
La “sacra” responsabilità di voler lucidamente tramandare un modo di essere. Un modo per trasmettere quella (sana) sofferenza. Come se la vita spesso non te ne riservasse abbastanza.
Allora provi un sentimento forte. Il sentimento di un padre che si “sacrifica” per il figlio.
Però. Però non puoi rimanere insensibile, distaccato solo perché il tuo seggiolino (che non sfrutti se non per qualche secondo) è di qualche metro distante dal tuo cuore.
Senti, partecipi, e ti immedesimi.
Come quando vedi gli undici in mutande che sono in difficoltà. Allora ti affidi al ruggito della Nord.
Ieri immensa più di altre volte.
Così al fischio finale, ti dirigi come un salmone controcorrente e vai li. Dove la gente, la tua gente, sta uscendo con il cuore gonfio di orgoglio e felicità.
Tu risali, ed arrivi lì. Nel cuore dove solo dieci minuti prima c’era il pienone che hai visto, sentito e gustato da “lontano”.
Ora sei li. I tamburi, gli striscioni, i bicchieri di plastica della birra consumata a fiumi.
Sei li, saluti, commenti, gioisci al pensiero che lui fosse lì solo una manciata di minuti prima.
Sei li, ad assaporare, a condividere la tua passione
Questione di scelta…. ed opportunità.
Ferra

Luca Ferrari
Luca Ferrari
Luca Ferrari, che di sè dice: “Ciao a tutti, mi chiamo Luca Ferrari, sull’età sorvolerei… Sono zeneize purissimo sangue. Sono malato di Genoa, tanto da perdere il senno. Segni particolari : bellissimo….”

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