Avete notato che ogni commento dei diversamente colorati intorno alla nascita del Genoa, è quasi sempre improntato alle vittorie, ottenute in un giorno o robe simili. È il loro unico argomento, dall’ alto delle loro copiose vittorie e dal basso della gretta cultura calcistica intrisa di livore e ignoranza. Come se essere i capostipiti, non gli unici, ma certamente i più autorevoli e duraturi, si potesse ridurre al dato meno significativo. Certo, il Genoa ha anche vinto, ed il fatto di averlo fatto per 6 volte nei primi 7 tornei, dà la misura del livello di organizzazione della struttura societaria, della profonda conoscenza delle regole di un gioco che nessuno conosceva, ma non è sicuramente il dato più significativo.
L’ importanza del Genoa prescinde dai suoi antichi trofei, ed è da ricercarsi nelle motivazioni con cui una ventina d’ anni fa venne insignito della più alta onorificenza sportiva: il Collare d’ Oro.
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Se non si capiscono questi concetti basilari, è inutile discutere.
Quel 6 Gennaio 1898, in cui si affrontarono, a Genova, le compagini di due città diverse e per la prima volta si conoscevano data, luogo, formazioni, spettatori paganti e risultato, fu la scintilla che fece divampare l’ incendio del football italico.
E l’ importante non fu vincere, ma esserci.
Maurito Boselli.