15 Maggio 2024
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Per chi ha ancora voglia di credere nelle belle favole

IT’S YAYAH TIME!

Il Genoa esce dall’Olimpico di Roma con zero punti in classifica, molti punti positivi ed i soliti punti negativi. 

La classifica è sempre buona ed il calendario ora ci propone partite alla nostra portata, anche se non facili. 

Occorrerà sfruttare al massimo l’imminente parte di stagione per trasformare l’attuale posizione tranquilla in una più rilassante, utile a raggiungere al più presto la salvezza e poter così programmare con anticipo e senza fretta la prossima stagione. 

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Il Genoa di Ballardini è una buona squadra: i dati lo confermano anche quando arrivano le sconfitte. 

Solo a Milano contro l’Inter il Grifone non è mai stato in partita, ma l’enorme turn-over approntato dal Mister, e le teste già rivolte al subitaneo impegno nel Derby, giustificano una prova non all’altezza delle altre gare del Genoa 2.0 di questa stagione. 

È invece da archiviare serenamente la partita di ieri contro la Roma, in cui il Genoa ha perso di misura per colpa di una rete nata da un errore su palla inattiva. 

I ragazzi dello zio son sempre rimasti in partita nonostante la grande qualità tecnica dell’avversario, che ha nelle sue fila calciatori di altissimo livello internazionale. 

Il BallaGrifone dà quasi sempre la sensazione di potersela giocare contro chiunque perché è una squadra che rimane sempre in partita, non perde mai la testa, ha una difesa solida che fa pochi errori, un centrocampo sontuoso che in fraseggio riesce sempre a portare la palla in avanti, non ha paura di pressare alto l’avversario. 

Ma alla fine fa una maledetta fatica a fare gol. E senza far gol non si vincono le partite. 

Ecco: il tema della scarsa prolificità offensiva è a mio parere più importante delle ormai abituati amnesie difensive sulle palle inattive. 

Sì, perché con l’allenamento mirato certi difetti possono essere mitigati o addirittura superati. 

Ma la mancanza di un centravanti vero, fosse anche panchinaro, è un irrimediabile errore in sede di mercato figlio della scelta di non “rinforzare” il Parma quando c’è stata l’occasione di far partire Scamacca (che ormai è avulso dal progetto tattico della squadra, e soprattutto non è “visto” dall’allenatore) per poi essere sostituto dal “Gaich di turno”, ovvero un attaccante che accettasse la panchina e che avesse stimoli e voglia di emergere a suon di gol. 

Lo Zio invece deve fare i conti con un attaccante come Pjaca che non riesce mai ad incidere nonostante abbia giocato quasi tutte le partite, con un Pandev con la testa all’europeo e alla pensione, con un Destro che a furia di sudare rincorrendo avversari e pallone finisce col bagnare le sue polveri da bomber, con uno Shomurodov che è bravissimo fuori dall’area ed impreciso sotto porta. 

Ed allora a questo punto della stagione, con una classifica che consente di fare qualche esperimento ma che richiede di essere messa definitivamente a posto, mi chiedo perché non giocare la carta Kallon?

Yayah Kallon ne ha passate talmente tante durante la sua giovanissima vita che non può aver paura di esordire in Serie A!

A quattordici è andato via dalla Sierra Leone dopo che è sfuggito ad un tentativo di rapimento per farlo diventare un bambino-soldato. 

Una fuga infinita e drammatica come quando ha fatto quattro ore di viaggio da Bengasi a Tripoli rinchiuso in un bagagliaio di un’auto con altri quattro ragazzini, per poi arrivare nel 2016 in Italia su un barcone derubato di tutto. 

Ma che paura può avere un giovane che ha vissuto queste esperienze?

Quanti stimoli può dargli la chance di diventare un calciatore privilegiato dopo aver passato una vita da disperato?

Yayah Kallon ha solo 19 anni e merita di avere una vita felice dopo tutto ciò che gli è accaduto. 

Ha avuto la fortuna di incocciare Sbravati, che lo ha voluto nel Genoa nonostante i problemi burocratici legati alla sua situazione di migrante, e poco importa se è un esterno o una seconda punta: è talmente giovane, affamato e bravo a giocare al calcio che può costruirsi addosso un nuovo ruolo visto che nel campionato Primavera segna gol e fa sfracelli. 

La sua triste storia potrebbe diventare una favola meravigliosa, riempiendo d’orgoglio e senso di appartenenza il popolo rossoblu, e portando fieno in cascina alla situazione di classifica della prima squadra. 

E allora, perché non tentare?

Alè Genoa!

Sempre!

(Andrea Moresi)

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