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IL SENSO DELLA VERGOGNA

Cerco, per quanto possibile, di analizzare a mente fredda. In modo distaccato. Vi chiedo scusa in anticipo se non riuscirò a farlo.
Ieri è stato raggiunto l’apice, ieri si è tastato su tutti i fronti il senso della vergogna. La prestazione del primo tempo è stata indecente, per arrendevolezza e per atteggiamento. Forse questa è la cosa che ha fatto più male. Perché essere tecnicamente inadeguati non è una colpa, ma passeggiare per il campo come se si fosse ad una gita sul Faiallo, invece lo è.
Era la partita da non perdere, per dimostrare di crederci ancora e di essere tutti sulla stessa frequenza d’onda. Passeggiare per il campo, non aggredire lo spazio, nascondersi dietro l’avversario è il riflesso della paura che pervade la squadra. Non mi sento nemmeno di considerare positiva la reazione del secondo tempo. Anche se con una squadra più quadrata ed offensiva hai avuto le possibilità per riprenderla e per ribaltarla. Chiamatemi inguaribile ottimista, forse meglio coglione, ma finché la matematica non ci condanna non dobbiamo, non possiamo arrenderci.
Ma qui arriviamo alla seconda parte del senso della vergogna.
Quello provato nel leggere, nel sentire tutto il post partita. E non parlo della delusione, legittima, per l’ennesimo tradimento del Genoa. Parlo di altro…parlo di chi accusa la nuova proprietà di non aver fatto nulla, di aver raccontato frottole alla tifoseria, di averci condannato alla retrocessione, parlo di chi con spocchia ti dice che con Preziosi non saremmo in questa situazione.
Cari miei, siamo sicuri che la colpa sia davvero di chi non ha venduto Ekuban e non di chi l’ha portato qui?
Siamo sicuri che la colpa sia di chi sta provando a prendere dei giocatori nonostante una rosa di 37 giocatori e non di chi ha costruito una rosa di 37 giocatori inadatti alla categoria? Personalmente, preferisco retrocedere perché il progetto non ha reso nell’immediato, che continuare a vivacchiare perennemente.
Perché la nuova proprietà ci ha ridato la dignità di essere genoani, dignità che con il precedentemente proprietario era stata calpestata, ridicolizzata. Poi si può anche sbagliare delle valutazioni, ma vengono sbagliate in buona fede, con la volontà di provare a costruire qualcosa, magari scontrandosi con incidenti di percorso.
Rimpiangere la vecchia gestione è come rimpiangere la vecchia compagna che passava nei letti di tutto il paese ma la notte tornava a dormire con te. Mi dispiace, io resto coerente con il mio pensiero. Se sarà serie B, sarà senza isterismi. Con delusione, ovviamente, ma senza crisi di nervi. Perché sarà parte di un percorso di cescita. Perché, comunque finirà, sarà la rinascita per un nuovo, grande Grifone.

Stefano Zaghi
Stefano Zaghi
34 anni, ferroviere. Papà mi ha trasmesso la malattia per il Genoa. "E capire tu non puoi, se non sei come noi"

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