L’ultimo tratto di strada da percorrere, quello che va dal Ponte di S. Agata alla Gradinata Nord, è sempre stato, per me, il più importante.
Da Borgo Incrociati, percorrendo il lungo Bisagno, fino alla cancellata del Tempio veniva compiuto un rito al quale io non potevo sottrarmi: camminare fianco a fianco di persone fisicamente sconosciute ma che appartenevano alla mia medesima Emozione.
Scendevo di proposito, prima, dall’autobus per vivere quella voglia di Comunione così laica nei suoi valori estetici, così religiosa nella manifestazione passionale di così tante anime.
Non potevo non gioire nel partecipare a quella sorta di processione sfilacciata ma composta che, isocronamente, si dipanava rumorosa e colorata fino al comune capolinea.
Quasi una forma di cabala, per me, andare a cercare con gli occhi un’anziana signora che bardava il suo cagnolino con una coccarda rossoblu (portava bene, mi dicevo….); ascoltare le mezze frasi del fratello che ti sfiora per capire se poi , le ansie o le aspettative per la partita, siano vissute dagli altri come le viviamo noi in modo da offrire un alibi alle nostre debolezze….scusate, questo è vero “outing”…..
Ragazzi che corrono con bandieroni sulle spalle a guisa di spadaccini, perennemente in ritardo e con il rischio di perdere l’ingresso di “Quelli della Fossa” con i loro tamburi e le loro trombe: guai a non esservi !!!!
Ragazzi che sfrecciano con i loro motorini, perennemente in ritardo…..la storia si ripete ancora oggi….
Ho “costretto” i miei figli ad assaporare , vigilare, ove possibile, tramandare quelli che io definisco i valori del cuore che trasformano in popolo un insieme di persone “sparpagliate”.
Dando un bel calcio alla retorica per lasciare posto al Bene unico che ci vede, ancora una volta soffrire pesantemente, vorrei rivolgere una preghiera ai nostri rappresentanti in campo (i giocatori, ndr) facendo notare loro che L’IMPEGNO NON E’ UNA DOTE NATURALE, BENSI’ UN ATTEGGIAMENTO DA CUI DERIVA IL RISPETTO.
Un abbraccio dalla pianura.
By Gebo