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Su Marco Pellegri

“Su quella maledettissima scaletta era molto bello, tutto ed io ero grande con quel cappotto, facevo il mio figurone, e non avevo dubbi, era garantito che sarei sceso, non c’era problema. Col mio cappello rosso-blù. Primo gradino, secondo gradino, terzo gradino … non è quel che vidi che mi fermò: è quel che non vidi”.

Parafrasando il Novecento di Alessandro Barricco de La leggenda del pianista sull’oceano, modificando il colore del cappello, che per l’autore era soltanto blu, possiamo dire che un altro tassello di genoanità se ne sia andato dalla società Genoa.

Si perché Marco Pellegri, genovese genoano classe 1964, rappresenta l’appartenenza ad un club, a dei colori, ad una fede e tutto questo lo aveva messo a disposizione dei proprietari pro tempore dal 2006 ricoprendo diversi ruoli ed arrivando, nel giugno del 2017, ad essere il Team Manager della prima squadra volto fortemente da Ivan Juric che lo aveva già apprezzato in Primavera nel 2010.

Come Novecento era un tutt’uno con il Virginian, il piroscafo sul quale era nato, Marco Pellegri era un tutt’uno con il Genoa fino al punto di essere costretto a convincere un figlio in lacrime fuori dal cancello del Pio XII, Pietro di neanche 17 anni, ad accettare il trasferimento al Monaco. Era il gennaio del 2018, Pietro aveva da poco superato Silvio Piola nella classifica del più giovane ad aver relaizzato una doppietta nella massima serie, ma per la ragion di stato era più interessante incassare i 31 milioni di euro che la squadra del Principato versava nelle secche casse del Genoa Cfc piuttosto che far crescere un figlio del Genoa nel Genoa, un figlio di un Genoano che lavora nel Genoa e che per il Genoa aveva sempre datto tutto.

Marco non è una figura da sbattere davanti agli obbiettivi, ma un tramite costante fra i giocatori e la società, una presenza sulla quale poter sempre contare senza vincoli di orari, perché Marco Pellegri c’era sempre pronto e disponibile, gentile ed educato, uno di quelli che si tengono le cose dentro ma fanno di tutto per il bene della loro fede, che è anche la nostra, ovvero il Genoa.

Il ringraziamento per i sacrifici arriva con l’insediamento del nuovo DS Daniele Faggiano e Marco apprende dai social, si dai social, che era stato sollevato dall’incarico: era il 20 agosto 2020 ma all’interessato la società non aveva comunicato ancora nulla.

Da allora contatti, parole, promesse e soprattutto una marea di ferie da fare.

Ma la riconoscenza dove è finita? Dove è finito il buon senso e l’apprezzamento per i compiti svolti ed i sacrifici fatti?

Ora Ivan Juric riparte da una nuova piazza ed un collaboratore fidato come Marco Pellegri non se lo è di certo fatto scappare.

Anche se lui, Marco, è come Novecento: da quella scalletta non ci voleva scendere non per la paura di quello che vedeva e cioè il glorioso Filadelfia, ma di quello che non avrebbe più visto: il suo Genoa.

Auguri Marco, a noi Genoani mancherai tantissimo ma lo sai già!

 

Roberto Frixione

Andrea Stegani
Andrea Steganihttps://www.realtagenoana.it/2021/02/05/mio-padre-genoano/
47 anni, grafico web designer. Il Genoa è la mia malattia fin da bambino. Mi ritrovo molto in questa citazione: non amo il calcio, amo il Genoa!

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