Mi chiamo Simone ho 41 anni. Mentre scrivo è il 28 Maggio 2024. La cosa strana, bizzarra oserei dire, è che sono morto stamattina.
È successo tutto in un attimo, una curva, un daino, sterzo e vado nel muro.
Boom.
Non ho sentito nulla, o per lo meno non lo ricordo.
Lascio moglie e figlia piccola. Questo è il mio dolore più grande, non vederla crescere, sapere che avrà pochissimi ricordi di me.
Ma ha una grande mamma ed io so che ce la faranno.
C’è un altro pensiero piccolo che mi rode. Anzi, che mi fa girare le balle ad elica.
Se il Genoa oggi pomeriggio alle 15 vince in casa contro la Roma si laurea campione. Lo scudetto della stella.
La città era già tutta imbandierata, lo stadio è esaurito da settimane.
Ero pronto.
Questa se ci penso bene è l’ apoteosi dell essere genoano. Arriva la partita che aspetti da una vita e la vita la perdi.
E dire che la paura la avevo da qualche giorno. La stessa paura che avevo di perire prima che potessi vedere l ultima puntata di How i met your mother. Quella volta andò bene. Col senno di poi la barattare con questa.
Tra l altro io sto scrivendo. Davanti ai miei occhi vedo solo uno schermo e le parole che compaiono su di esso. Non so chi le leggerà. Mi piace pensare che possano arrivare su una pagina di Genoani con l esaurimento nervoso che seguivo. Chissà come si sentono oggi. Due anni fa sembrava stessimo precipitando nel baratro. Ed invece guarda dove siamo adesso.
Comunque qui non si sta male. Non è come lo descrivono, nuvolette, angioletti etc. Non ci sono i genoani illustri periti nel terzo anello, magari ci sono ma sono per i fatti loro.
Diciamo che è uno stato d’ animo più che un luogo.
Non c’è molto da fare , ci si riposa insomma.
Adesso cerco di rilassarmi e non penso alla partita. Anche se non saprò mai come è andata a finire.
Ore 16.45 ( orario terrestre)
—-si sente un boato assordante, trema tutto-‐–‘
Cosa cacchio è sto casino. Trema tutto. Ora sento rumore di clacson.
Ok.
Non lo so perché ma mi sento cadere due lacrime sulle guance anche se le guance non riesco mica a percepirle.
Forse siamo campioni d’italia.
Rimarrò nel dubbio.
Ma quel boato io lo riconosco. Ed allora, anche se nessuno leggerà mai queste parole, esultate anche per me.
Chiudo con le parole della signora seduta vicino a me al goal di Antonini contro la Juventus al 96esimo.
” giovanotto, adesso posso morire felice.”
( Aggiunse Juve Merda ma qui non si possono scrivere cattiverie).
Anche da qui, Forza Genoa.
Simone Ruscino