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QUANTO DOBBIAMO SCONTARE ANCORA LA RICONOSCENZA?

Riconoscenza, quante volte abbiamo detto che nel calcio, così come nel mondo non esista riconoscenza?
Tante, troppe, perché l’uomo è solitamente poco incline ad attribuire gli altrui meriti.
Nel caso specifico dell’attuale allenatore del Genoa, pare che, per alcuni, la riconoscenza sia dovuta ad honorem.
Chiarisco subito, prima di essere frainteso, che questi “alcuni” non sono certo i nuovi proprietari che, insediatisi da pochissimo tempo, non hanno ancora avuto modo e tempi per mettere mano al settore tecnico.
Con questi “alcuni” mi riferisco ad un buon, ancorché calante, numero di tifosi ostinatamente seguaci dello “zio” Balla.
Il mister tutte le volte che è stato chiamato al capezzale del “derelitto” Genoa a causa delle palesi e palesate incapacità di gestione, ha sempre risposto presente traghettando il vascello in porto.
Lo ha fatto sempre lautamente retribuito, iobò come è giusto che sia, lo ha fatto tre volte in maniera egregia.
I complimenti e le pacche sulle spalle reali e virtuali non sono mai mancate.
Sono stati giusti attributi di stima e riconoscenza ad un uomo che ha saputo perfettamente calarsi nel tessuto cittadino.
L’amicizia con il compianto Don Gallo, le visite ai Caruggi, il vivere la città in prima persona e come anti divo, il degustare la focaccia e l’entrare in sintonia con il tifoso facendo anche gesti non troppo eleganti ma forti come quello famoso della sedia dopo in derby, lo hanno fatto entrare dritto nel cuore di tanti, tantissimi supporters rossoblù.
Parecchia, a mio personale avviso, di questa popolarità ottenuta da Ballardini, è dovuta anche all’arcinota contrapposizione tra il mister ed il vecchio proprietario del Genoa.
Questo dualismo impersonificato tra il nemico dichiarato del Genoa e dei Genoani, ed il mister ravennate ha portato ulteriore credito a Ballardini.
Credito che pare infinito, almeno per alcuni.
Se, tuttavia, facessimo oggi un sondaggio sull’attuale popolarità del mister, il credito e le persone disposte a concederlo, sarebbero molto minori rispetto a qualche mese fa.
Perché?
Perché è sotto gli occhi di tutti come il mister stia repentinamente cambiando.
Tanto pragmatico, sicuro, deciso ed intellettualmente onesto quello vecchia maniera, quanto indeciso, incerto, zoppicante nelle dichiarazioni quello attuale.
Lo spartiacque tra il Ballardini ed il Ballardini 2.0, a mio personalissimo avviso è rappresentato dalla salvezza ottenuta a Bologna e le dichiarazioni seguite nello stesso post gara.
Invece di godere e far godere i Genoani per la sua terza miracolosa salvezza ottenuta sul campo, ha cominciato a svuotarsi le scarpe dai numerosi macigni che aveva.
Di lì in avanti un Ballardini irriconoscibile.
Quanto stia avvenendo in questo inizio di stagione è sotto gli occhi di tutti.
Gioco zero, uomini ruotati senza senso, gestione pessima della rosa e dei cambi a partita in corso, sono parte degli ingredienti di questo Ballardini 2.0.
Cinque punti incamerati in sette gare sono un bottino troppo scarso; il Genoa ha incontrato, è vero, Inter, Napoli e Fiorentina, ma anche Cagliari, Bologna, Verona e Salernitana.
Molti sussurrano, e qualcuno grida, come la squadra sia scarsa.
Per me ciò non è vero.
Non è certo una rosa di fenomeni, ma certamente non inferiore a quelle di molte altre pretendenti.
Certo, c’è l’infortunio di Caicedo fiore all’occhiello della campagna estiva a complicare le cose, così come qualche altra attenuante, ma il risultato, per me, resta sempre scarso.
Zero gioco, difesa colabrodo, mai un undici delineato, cambi spesso sbagliati ed intempestivi, troppi goal presi sulle inattive a difesa (a zona!!??) schierata, sempre a dover rincorrere il risultato.
Queste sono le crude realtà che il campo ci lascia.
Come se non bastasse, dichiarazioni spesso strane, sibilline o addirittura fantasiose come quelle rilasciate ieri nella Pancia dell’Arechi.
Dichiarazioni allucinanti che somigliano molto a quelle di juriciana memoria.
Quasi visionarie.
Così non può andare, qualcosa si deve cambiare.
Che siano atteggiamento e risultati oppure che si prenda con coraggio una drastica decisione.
Perché è vero che siamo solo alla settima, ma il tempo scorre inesorabile.
Bisogna cambiare rotta da subito.
Prima che sia troppo tardi.
Con il Ballardini 1.0, o con qualcun altro, ma bisogna cambiare rotta.
Prima che si paghi oltre ogni ragionevole rischio questo “debito di riconoscenza”.

LUCA FERRARI

Luca Ferrari
Luca Ferrari
Luca Ferrari, che di sè dice: “Ciao a tutti, mi chiamo Luca Ferrari, sull’età sorvolerei… Sono zeneize purissimo sangue. Sono malato di Genoa, tanto da perdere il senno. Segni particolari : bellissimo….”

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