15 Maggio 2024
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Stefano Sturaro: Sturamo

La mia rabbia agonistica, la voglia di prevalere, di affermazione, il mio attaccamento al Grifone, la trovo oggi in un giocatore simbolo, Stefano Sturaro: Stur.amo, diventato per me Sturi.
Lui ha una storia di infortuni alle spalle che chiunque altro al suo posto avrebbe già appeso gli scarpini al chiodo. Lui no, sopporta e si rialza, sempre.
Così già a 16 anni scoprì di avere un osso in più all’attacco della tibia che gli faceva gonfiare i piedi. Operazione, un anno di stampelle e via di nuovo in campo.
Va a Modena 2 infortuni gravi e poche partite. Gasp lo vuole e il 25 agosto 2013 fa il suo esordio in serie A.
Poi 3 anni gloriosi alla Juventus. Ed io a soffrire al suo gol in Champions. Va in Portogallo allo Sporting, ma un grave infortunio non lo farà scendere mai in campo.
Ritorno a Genova e gol alla Juventus, sembra un sogno, si rompe di nuovo, il ginocchio. Rientro e gol a Ferrara. E poi non trova spazio e fa un’esperienza al Verona.
Ancora un ritorno a Genova, torna titolare, ma un nuovo stop è alle porte proprio alla fine del campionato scorso. Intervento al tendine. Una lunga riabilitazione e ora eccolo di nuovo in campo a macinare chilometri, a fare allunghi al centro o in fascia. A chiudere e pressare gli avversari. A discutere con l’arbitro. Lui è battaglia, guerriglia.
Col Grifone tatuato, non molla mai e così come nella vita nella partita fa pressing sull’avversario. Proprio come domenica sradica il pallone e fa chiudere il match con lo Spal. Il suo marchio di fabbrica è il colpo di testa, sale in alto, inarca la schiena e con la testa dà una frustata pazzesca al pallone.
Lui è il simbolo del Grifone anche quando qualche volta un suo intervento in eccesso e sanzionato col giallo ci fa scuotere la testa, ma lui è così, Grifone dentro e fuori. Prendere o lasciare, Ed io prendo. Stefano Sturaro: Stur.amo.
Giulio e Giamba
Giulio e Giambahttps://genoa.music.blog/
Giulio e Giamba due ex ragazzi innamorati di Genoa da sempre. Dai nostri Nonni e dai nostri Padri che per mano ci portavano Ä u Campo, che ci raccontavano storie rossoblu, che ci hanno trasmesso l’amore per il Vecchio Balordo. Ci siamo conosciuti al lavoro, uno Cliente l’altro Fornitore, ma già dopo 15 minuti stavamo parlando di Genoa e oggi circa 30 anni dopo non esiste ancora telefonata o incontro che non inizi parlando di Genoa, succede sempre e i nostri colleghi che non hanno la fortuna di essere Genoani come noi ci lasciano soli e vanno a prendere il caffè. La prima bandiera? quadrata a scacchi rosso blu, l’emozione più forte? a Liverpool con la doppietta di Pato, la gioia più grande? il Principe che saluta con il tre sotto quelli la, il ricordo indelebile? il Capitano che esce dagli spogliatoi e corre sotto la Nord.

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